Inquinamento ambientale causato dagli oli esausti
L’olio alimentare esausto è un residuo che proviene dalla frittura di oli di semi vegetali, più raramente da olio d’oliva; le alte temperature a cui viene sottoposto causano una modifica della sua struttura polimerica, si ossida ed in più assorbe le sostanze inquinanti derivanti dalla carbonizzazione dei residui alimentari.
La sostanza residua ha l’aspetto di un fluido viscoso e denso, di colore da giallo a rosso-bruno, ha perso tutto della originale purezza e genuinità: si è trasformata in un rifiuto speciale causa di grave inquinamento qualora non venga effettuato un corretto smaltimento e se disperso nell’ambiente.
Bisogna quindi prestare molta attenzione alla gestione del rifiuto, non è possibile abbandonarlo nel suolo e/o nel sottosuolo e neppure smaltirlo nelle acque superficiali e sotterranee attraverso la rete fognaria, anche in presenza di depuratori.
L’olio vegetale esausto è un rifiuto che costituisce un grave pericolo se disperso nell’ambiente.
L’olio disperso nel sottosuolo
L’olio disperso nel sottosuolo deposita un film sottilissimo attorno alle particelle di terra e forma così uno strato di sbarramento tra le particelle stesse, l’acqua e le radici capill,ari delle piante, impedendo l’assunzione delle sostanze nutritive.
Se l’olio raggiunge la falda freatica, forma sopra di essa uno strato lentiforme con spessore 3-5 cm, che si sposta con la falda stessa verso la valle e può raggiungere pozzi di acqua potabile anche molto lontani, rendendoli inutilizzabili; infatti un litro di olio mescolato ad un milione di litri d’acqua basta per alterare il gusto in limiti incompatibili con la potabilità.
L’olio disperso nelle falde acquifere
L’olio che invece raggiunge qualsiasi specchio d’acqua superficiale può andare a formare una sottile pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenazione e compromette l’esistenza della flora e della fauna.
È impressionante pensare che 1 solo chilo di olio usato è sufficiente per coprire una superficie di circa 1000 metri quadrati.
L’olio disperso nella rete fognaria
Anche laddove esistono impianti fognari adeguati, lo smaltimento di queste enormi quantità di residuo oleoso provoca inconvenienti perché pregiudica il corretto funzionamento dei depuratori influenzando negativamente i trattamenti biologici e comunque li rende più costosi.
La presenza di oli nei depuratori viene risolta nella fase preliminare del trattamento attraverso la realizzazione di appositi disoleatori basati sul principio della flottazione, per separare gli oli e i grassi che galleggiano nel liquame.
Si sottolinea quindi, come sia molto importante un corretto e controllato smaltimento dell’olio vegetale esausto ai fini della salvaguardia dell’ambiente.
L’olio è un rifiuto speciale non pericoloso che deve essere recuperato tramite la raccolta differenziata e conferito ad aziende raccoglitrici autorizzate iscritte al RenOils (Consorzio Nazionale di raccolta e recupero oli grassi vegetale e animali esausti}.
Le aziende autorizzate dal Consorzio conferiscono l’olio ad imprese rigeneratrici che trattano il prodotto rendendolo materia prima, in tal modo l’olio vegetale esausto da agente inquinante viene riciclato e trasformato in risorsa energetica.